Fra le sue vittime ci sono quasi 18mila alberi del parco della reggia più celebre al mondo, sradicati da un vento che si fa beffe della loro veneranda età. Comincia da qui, dal senso di spaesamento di chi a quelle piante ha dedicato una vita di lavoro 'Il giardiniere di Versailles' di Alain Baraton, da oltre trent'anni responsabile dei parchi della reggia. :-) :-)
Piccolo caso editoriale in Francia, dov'è uscito nel 2006 ed ha avuto una tiratura record di 100.000 copie, arriva in Italia tradotto da Luca Scarlini questo singolare libro di memorie, che alterna aneddoti della carriera di Baraton (oggi anche conduttore in radio e tv di trasmissioni sul giardinaggio) al racconto della nascita del parco e della residenza reale e delle gesta dei sovrani che vi abitarono. :-O
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Il libro di Baraton |
Quest'ultima parte è per la verità un po' confusa, con frequenti salti da un'epoca all'altra, il che rischia di far perdere il filo della narrazione a chi non mastica la storia di Francia.
Poco male, però, perché l'autore riesce comunque a cogliere l'essenza e la peculiarità del parco, con le sue dimensioni contraddittorie, "l'intimo e l'apparato": il re o la regina di turno potevano usarlo tanto come palcoscenico su cui esibire lusso e potenza, quanto come agognato rifugio dagli sguardi indiscreti e dal rigido cerimoniale di corte, e ancora oggi, passeggiando per i viali, si può fantasticare per un attimo di essere Luigi XIV o Maria Antonietta. :-D
Arrivato al giardinaggio quasi per caso, attratto più dall'alloggio che da sempre fa parte dei benefit concessi ai responsabili del parco che da concimi e potature, Baraton è diventato negli anni il nume tutelare del luogo, di cui si è preso cura con autentica passione e scrupolo filologico.
Dopo la tempesta del 1999, ha fatto piantare a Versailles più alberi nuovi di quanti ne fossero stati piantati nei due secoli precedenti, consultando antichi documenti e stampe d'epoca perché il risultato fosse il più possibile vicino all'originale pre-rivoluzionario. E poi ha fatto chiudere i giardini alle auto, facendoli tornare uno spazio per una fauna assente da decenni, famiglie, innamorati (secondo Baraton, il successo di un giardino si misura anche dalle dichiarazioni d'amore che sa ispirare). :-O
Dopo la tempesta del 1999, ha fatto piantare a Versailles più alberi nuovi di quanti ne fossero stati piantati nei due secoli precedenti, consultando antichi documenti e stampe d'epoca perché il risultato fosse il più possibile vicino all'originale pre-rivoluzionario. E poi ha fatto chiudere i giardini alle auto, facendoli tornare uno spazio per una fauna assente da decenni, famiglie, innamorati (secondo Baraton, il successo di un giardino si misura anche dalle dichiarazioni d'amore che sa ispirare). :-O
Nelle sue parole leggiamo di un mestiere che cambia, sebbene nell'immaginario collettivo l'aspetto di un giardiniere - grembiule, stivali di gomma, cappello di paglia - rimanga immutabile. Eppure, racconta Baraton con un po' di nostalgia, anche lì è arrivato il progresso, sotto forma di macchinari che velocizzano il lavoro, ma gli tolgono pure poesia e soprattutto di decine di scartoffie da compilare prima del benché minimo intervento. :-) :-)
"Il Giardiniere di Versailles", uscito nelle librerie lo scorso 9 giugno, è composto da 224 pagine e costa 17 euro. :-) :-)
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